Siamo un’azienda di montagna

Storie di famiglia

Mentre nel Baden-Württemberg, il trentino Arturo Bertolini inventava il suo gelato, sull’Alpe di Siusi in Alto-Adige un uomo aveva un sogno da realizzare. Quando giunse il momento, una mattina di sole, Luciano Lenzi alzò lo sguardo verso il cielo e fotografò un’insegna. Erika, il nome di un vecchio Garnì, fu l’inizio di un’avventura straordinaria di produzione dolciaria artigiana.

Una passione contagiosa

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Dall’incontro di due tradizioni familiari, una altoatesina e l’altra trentina, il marchio Erika eredita la storia di chi sa fare il gelato e la pasticceria secondo ricette tradizionali di montagna. Oggi il saper fare di famiglia è il cuore di una realtà aziendale dinamica e in continua evoluzione, dove l’artigianalità si affianca alla ricerca e alla sperimentazione. Ci serviamo delle più moderne tecnologie per garantire ogni giorno genuinità, salubrità, trasparenza e il sapore autentico delle nostre vallate

Ieri

Abbiamo scalato le montagne del Trentino…

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È il 1933 quando Arturo Bertolini inizia a produrre e vendere il suo gelato nella cittadina tedesca di Bruchsal.  Come molti suoi compagni, è emigrato in Germania dalle Valli Giudicarie del Trentino. Poco tempo dopo viene raggiunto dal nipote Rino al quale consegna i segreti della sua arte prima che il secondo conflitto mondiale congeli il mondo. Finita la guerra e le sue vicissitudini, è proprio Rino, questa volta insieme alla moglie Eugenia, a riaprire l’attività.

È il 1955, la vita è dura, per gli emigrati ancora di più, ma per le strade comincia ad aggirarsi un carrettino con la scritta “ Eisdiele Bertolini” che conquista e porta conforto a una Bruchsal ancora ricoperta di macerie. Nel 1963 nasce Alberto. Rino ed Eugenia decidono di tornare in Italia. Si stabiliscono a Riva del Garda dove gestiscono un hotel nel quale continuano a perfezionare le loro ricette. Nel 1976 il carrettino diventa un camion “Gelati Bertolini” che porta in giro per il Garda e poi per tutto il Trentino il suo gelato. Che piace. Piace così tanto che in poco tempo nasce la Gelati Eis Bertolini.

… e dell’Alto Adige

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Sulle pendici dell’alpeggio più alto d’Europa, quello dell’ardito Monte Sciliar, così impavido e attraente da essere divenuto il simbolo dell’Alto Adige, mentre l’ “Eisdiele Bertolini” conquista il palato dei tedeschi, Luciano Lenzi lascia il suo impiego nella pubblica amministrazione. “A lui piace scalare le montagne  e raggiunta la cima si butta giù per ricominciare”, dicono di lui. Ed è vero perché Luciano è un visionario ma anche un imprenditore nato che di cime ne conquista una dietro l’altra e, quando si butta, vola.

Rileva un vecchio Garnì, Erika, a Siusi. Con il latte dello Sciliar e i frutti dei suoi boschi comincia a lavorare al suo gelato, lo serve ai suoi ospiti, poi agli ospiti degli alberghi vicini, poi quando le richieste arrivano anche da più lontano, lascia il piccolo laboratorio del Garnì e fonda la “Gelati – Eis Erika”. La produzione esplode ma Luciano ha bisogno di nuovi progetti da realizzare. Pasticceria, torrefazione, piccoli birrifici. Perché dall’alto la vista è sconfinata.

Oggi

Ci siamo incontrati a metà strada

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È il 1993. Da un capo all’altro del filo, Trentino e Alto Adige sono al telefono. Luciano Degli Esposti, genero di Luciano Lenzi, è alla guida della Gelati – Eis Erika. Sta parlando con Alberto Bertolini che ha preso in mano le redini della Gelati Eis Bertolini dopo la scomparsa di Eugenia e Rino. Producono gelati, pasticceria e krapfen con ingredienti scelti. Condividono tradizione, passione, coraggio, ma soprattutto, scoprono di guardare nella stessa direzione. Iniziano a camminare insieme, mappa alla mano, diventano Erika Eis e iniziano a cercare una nuova casa, più grande. La trovano nel 1995 a Fiavè dove il latte viene munto la mattina nelle stalle, l’energia viene dall’acqua che salta impetuosa dalle Dolomiti del Brenta e la vista si perde tra pascoli e frutteti. L’entusiasmo e le forze si moltiplicano, di conseguenza le idee. Così i mercati, sempre più attenti alla sostenibilità delle filiere e alla materia prima di qualità.

Domani

Abbiamo nuove cime da raggiungere insieme

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Erika Eis è un’avventuriera, si nutre di ciò che ancora non conosce perché le domande che si pone ad ogni risveglio sono molto più delle risposte che riesce a darsi la sera. Continua a guardare il mondo con lo stesso stupore di chi ha rischiato per passione, ha avuto un sogno e ci ha creduto, lavorando duro, difendendo il cuore per salvaguardare le rotte. Il futuro di Erika Eis è tutto da scrivere ma avrà ancora il profumo della pasta di nocciola, il colore gentile della vaniglia coi suoi baccelli e la vastità di un immenso prato fiorito di montagna, perché questo si porta scritto sulla pelle da quando è venuta al mondo.